Translate

Vendola e la sinistra europea


In memoria di Emanuele Macaluso. L'intervista che mi rilasciò 10 anni fa.

 «L’articolo di Emmott è ricco di suggestioni, di spunti anche interessanti. Ma la realtà politica è un’altra cosa». Così Emanuele Macaluso, ex direttore dell’Unità dal 1982 al 1986, ex sindacalista ed ex parlamentare ha commentato l’articolo di Bill Emmott sul Times sulla crisi della Sinistra europea e sulle speranze che questa ripone nel governatore della Puglia Vendola.

In Puglia, scrive Emmott, la Sinistra vendoliana si è riconciliata con parole guardate ancora con diffidenza dalla Sinistra europea, come «mercati» e «concorrenza». 

Sono parole d’ordine. Anche corrette in determinati contesti. Ma restano parole di una minoranza.

Emmott riconosce a Vendola un’oratoria efficace ma anche un buon governo, che ha riconosciuto il problema del Sud, l’eccessivo interventismo a discapito del mercato, e si è concentrato su infrastrutture locali, formazione e ambiente.

Non lo condivido francamente. Soprattutto, la Puglia non è l’Italia. Restiamo nell’ambito delle suggestioni. Vendola ha vinto per altre cose. Si è avvantaggiato degli errori del Pd, che ha cercato di ostacolarne la ricandidatura (ma a cui Vendola ha risposto ritengo in modo corretto) e per gli errori del centrodestra pugliese. 

C’è un enorme confusione nel Partito democratico e in Sinistra e libertà. Non hanno delineato una strategia comune. Non riescono a risolvere  il problema della leadership. Pierluigi Bersani e Nichi Vendola sono persone rispettabilissime. Ma nei due partiti nessuno pensa che possano essere i futuri leader del centrosinistra. Vendola riesce a parlare solo a un pezzo della sinistra. Così anche Bersani: non parla a tutta la sinistra né tanto meno al centrosinistra. Se non c’è una forza di centro non si batte il centrodestra. Si deve lavorare per definire meglio una strategia complessiva di tutte le forze del centrosinistra. Invece si fa chiacchiericcio e poca politica. Come nell’articolo di Emmott.

Il tentativo di riunire le tante anime del centrosinistra non lo ha già fatto Romano Prodi?

Infatti Prodi è il solo che sia riuscito a sconfiggere Berlusconi per ben due volte. Non ha retto a lungo alla prova del governo perché era a capo di una coalizione priva di una base politica e culturale comune. Era un insieme eterogeneo che non è stato capace di governare. Così come i governi Berlusconi  hanno fallito il compito di dare al Paese la guida che serve a superare le sue contraddizioni. Oggi la sinistra italiana non può riproporre l’esperienza prodiana, ormai superata. Va cercato un altro leader che sia capace di battere il centrodestra e di governare. Qualcuno che riesca ad egemonizzare politicamente le diverse componenti del centrosinistra, a farsi riconoscere leader dalla coalizione. 

E dove va cercato il nuovo leader?

La  Sinistra italiana ha bisogno di una nuova ispirazione culturale, di valori che indichino prospettive generali, meno provinciali, che raccordino diversi orizzonti. Invece è ancora preda di un caos politico che è venuto dopo la dissoluzione dell’“Arcobaleno” (simbolo dell’Unione, coalizione che ha riunito i partiti del centro-sinistra italiano tra il 2005 e il 2008 sotto la guida di Prodi, ndr) e dopo la crisi del Pd. Non è cresciuto quel partito dell’alternativa che si è evocato.

La meritocrazia dovrebbe essere una parola di sinistra, come dice Emmott?

Certo, chi è capace deve andare avanti. Ma il merito è una parola di sinistra se sottintende  anche il principio di uguaglianza. 


Giuseppe Daponte

Corriere del Mezzogiorno - Puglia, 2010







Commenti

Post più popolari

il Tacco di Bacco - i prossimi eventi in Puglia

Contattaci

Nome

Email *

Messaggio *