Tremiti, il Parco, la biodiversità e la leggenda

Secondo la leggenda, le isole Tremiti nacquero dai grossi massi lanciati in mare dall’acheo Diomede, dirottato da una tempesta nella Daunia di ritorno dalla guerra di Troia.

Si narra anche che, alla sua morte, l’eroe fu seppellito nell’isola di San Nicola, e i suoi uomini, disperati, si trasformarono in uccelli marini (in Berte maggiori, dette anche diomedee), che ancora oggi sarebbero piangenti per la perdita del loro capo. Così il mito ha reinterpretato i versi di richiamo emessi nella stagione riproduttiva dalle diomedee, solo una delle tante «colonne sonore» delle Tremiti.

Qui, infatti, vivono stabilmente e da tempo numerose specie di uccelli, tra cui gabbiani reali, passeri, falchi pellegrini e gheppi. L’arcipelago, peraltro, è anche un importante punto di sosta sulle rotte migratorie dell’avifauna europea.

Alcune specie si fermano solo per riposarsi. Altre sostano più a lungo, per riprodursi. Arricchiscono, così, un territorio già rigoglioso per biodiversità e bellezza naturalistica. Per proteggerlo, a settembre scorso il Parco nazionale del Gargano ha aderito a due progetti («Isole» e «Seam») di Life Natura, programma Ue per azioni di conservazione della natura, gestito dalla Commissione europea (di circa 3,45 miliardi di euro la dotazione per la programmazione 2014-2020, per confinanziare tra il 60 e il 75% dei costi dei progetti). Se la Commissione europea li approverà, il Parco avrà risorse utili per ripristinare gli habitat degli uccelli migratori e nidificanti alle Tremiti, tutelare la biodiversità e migliorare la fruizione delle isole, potenziando sentieri, attrezzature e infrastrutture ricettive.

Speciale Corriere del Mezzogiorno

Giuseppe Daponte