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Parco dei Paduli, una terra di mezzo dedicata al turismo eco-sostenibile


Reticoli di canali e sentieri, stagni e laghi temporanei, ulivi secolari, muretti a secco, pajare (case rurali a forma di trullo), masserie, motte, casini di caccia, cripte, dolmen, menhir, vore. 



Questi e altri scorci rendono unico il Parco dei Paduli, un paesaggio di 5.500 ettari dall’alto valore agricolo e ambientale, attraversato dalla via che sin dall’antichità collegava Gallipoli a Otranto, oggi «Terra di mezzo» tra il sistema dei parchi costieri adriatici e quello sul litorale ionico.




Per valorizzare questo patrimonio, minacciato dalla crisi agricola e da un turismo distratto dalle attrattive balneari, i Comuni dei Paduli, San Cassiano, Nociglia, Botrugno, Surano, Maglie, Muro Leccese, Sanarica, Scorrano, Giuggianello e Supersano, si sono dotati di un programma urbanistico comune. Il percorso, avviato nel 2003, ha coinvolto saperi locali, esperti e istituzioni, per dare vita al «Parco agricolo multifunzionale dei Paduli». Anche se non «istituito», è riconosciuto dai dieci Comuni, dal Programma integrato di rigenerazione urbana adottato dagli stessi nel 2011 e dal Piano paesaggistico territoriale regionale della Regione, dove è incluso tra i progetti pilota.




Il programma promuove interventi per valorizzare paesaggio, beni architettonici, storia, tradizioni locali e attività produttive agricole, e azioni e servizi curati dai Laboratori urbani per rendere il tutto più accessibile. 
























E ha già sperimentato forme di turismo eco-sostenibile, alberghi temporanei biodegradabili e diffusi, concorsi letterari e produzioni pubbliche, multietniche e autogestite di olio dei Paduli.

Giuseppe Daponte, Speciale ambiente e territorio, Corriere del Mezzogiorno

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