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L'alchimia di Patti Smith a Molfetta

Patti Smith torna in Puglia tre anni dopo il concerto ad Alberobello. A far da sfondo alla sua musica, questa volta, non c'era la cornice dei trulli ma il Duomo e il mare di Molfetta, di fronte alla banchina San Domenico. 
L'effetto però non è stato molto diverso. Un'alchimia stridente quanto magica per tutti. Per l'artista che, da americana, non poteva - magari anche in modo un po' rituale - non dichiarare il suo amore per la Puglia, "terra di vicoli animati e di cucina deliziosa". Ma, soprattutto, per i suoi fan, di tutte le età. Quelli della prima ora e i teenager, tutti accesi dalla passione per la musica sempre verde della cantautrice e forse anche dal suo tradizionale impegno civile (confermato anche dall'apprezzamento dal palco per l'associazione umanitaria Emergency, presente con i suoi banchetti al concerto).

Sul palco molfettese Patti ha presentato "Banga", il suo nuovo disco, l'undicesimo (il primo inedito dal 2004), uscito a maggio scorso. «Il titolo è un tributo al cane del Maestro e Margherita di Bulgakov - ha spiegato la cantante - e contiene molti riferimenti all’Italia. Ne manca solo uno che avrei voluto inserire, la pasta. 
Constantine’s Dream, ad esempio, è ispirata al "Sogno di Costantino" di Piero della Francesca. L'album si ispira  anche alla poetica di San Francesco: vorrei riaccendere la luce del Santo - ha detto - perché si rispetti di più la nostra terra».
Dell'album Banga interpreta, tra l'altro, "This is the girl", ballata stile anni '50 scritta con Tony Shanahan e Stewart Lerman per Amy Winehouse: «Poteva essere mia figlia - ha detto - Le note che le dedico sono un modo per elaborare il lutto della sua scomparsa».




Haaccompagnato la voce e la chitarra della Smith la band storica, Tony Shanahan (basso), Lenny Kaye (chitarra e voce), Jay Dee Daugherty (batteria), Jack Petruzzelli (chitarra). Non sempre in modo impeccabile. Dopo anni di esperienza succede anche a Kaye di incorrere in un paio di stecche vocali che riportano lui e la band tra i comuni mortali.
Non potevano mancare i classici di repertorio della "sacerdotessa", da Gloria a Redondo Beach, da Because the Night, celebre pezzo nato dalla collaborazione con Bruce Springsteen, a People Have The Power, l'inno alla libertà e alla democrazia con cui Patti ha messo il sigillo anche a questo concerto.
Su queste note il pubblico si è finalmente scosso. Per una prima metà dello spettacolo, infatti, così come accaduto ad Alberobello, la platea era rimasta imbrigliata in severe file di sedie numerate e in settori a cui corrispondevano prezzi più alti quanto più vicini al palco (da 20 a 40 euro). "Barriere" sgretolatesi alla prima invasione pacifica e di massa del pubblico dalle retrovie. Ai nerboruti buttafuori del concerto non è rimasto che inscenare un goffo tentativo di rincorsa e contenimento della mandria. Ma ormai dal recinto i buoi erano scappati. Da quel momento, purtroppo per le signore di mezza età e per i panciuti che cinque minuti prima rimproveravano agli improvvidi passanti di non essere trasparenti, il concerto lo si è seguito in piedi e ammassati, a danno di chi ha pagato i biglietti più cari, ma come forse meglio si conviene a un concerto rock, per quanto ormai classico.
"People no have the power here" lamentavano un gruppo di manifestanti contro l'organizzazione del/i concerto/i, gestita dal Comune di Molfetta con Area Metropolitana e Fondazione Valente. La loro colpa sarebbe quella di aver coinvolto poco il territorio e i suoi artisti, ingaggiando star costose (per quanto valide come Patti) e scaricando tale costo sul prezzo alto dei biglietti. Mentre, denunciano, per molti vicini all'amministrazione l'ingresso resterebbe gratuito.
Patti Smith, dopo un breve bis, lascia Molfetta con le sue disfide. Destinazione le altre tappe italiane del tour, il 19 Neapolis Festival a Giffoni, il 20 Roma e il 22 Gardone Riviera, il 23 Milano, il 24 Perugia e il 26 Arezzo.
Ultima riflessione. Fa specie vedere come i corpi nel pubblico dei concerti non siano più tanto impegnati come un tempo a vibrare a ritmo di rock e a far volteggiare gli accendini, quanto a riprendere con fotocamere e telefoni intelligenti il momento clou per poterlo gustare, forse, un domani. Il dubbio è: non staranno perdendo, questi promettenti citizen journalist (compreso il sottoscritto), l'opportunità di godersi il presente?
Giuseppe Daponte

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