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Mario Monicelli, anarchico fino alla fine

29 novembre 2010, Corriere della sera

Mario Monicelli (Errebi)
Mario Monicelli (Errebi)
Padre della commedia all'italiana, è stato regista di più di 60 pellicole. Il regista Mario Monicelli si è ucciso lanciandosi, intorno alle 21 di lunedì sera, dal quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato da domenica. Il cineasta aveva 95 anni e soffriva di un tumore alla prostata. Anche suo padre Tomaso, noto scrittore e giornalista, morì suicida nel 1946. Il corpo di Monicelli è stato trovato dagli addetti sanitari a terra, disteso nei viali vicino alle aiuole, a pochi metri dal pronto soccorso. Sul posto sono giunti gli agenti del commissariato Celio per ricostruire quanto accaduto. Al San Giovanni è arrivata anche la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. «La tragica morte di Mario Monicelli ci lascia sgomenti e ci addolora profondamente» ha detto la governatrice. «Provo un grande dolore» ha scritto in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.

VERDONE «ATTONITO» - La notizia della scomparsa del regista ha colto di sorpresa il mondo del cinema e non solo. «Sono attonito» ha detto Carlo Verdone accoglie con grande sgomento la notizia della morte tragica di Mario Monicelli. «Era probabilmente una persona stanca di vivere, che non sosteneva più la vecchiaia. L'ho apprezzato molto come grande osservatore e narratore - ha aggiunto l'attore romano - anche se a volte con condividevo il suo cinismo. Era gentile, cordiale, ma di poche parole. Un anno fa - ha ricordato Verdone - mi capitò di fargli gli auguri a Natale. Rimase sorpreso: gli auguri, mi disse, non li fa più nessuno». «Non posso andare avanti: devo dirvi che è morto Mario Monicelli. Lo avremmo tanto voluto qui, ma era malato e adesso non c'è più» ha detto Fabio Fazio durante la diretta di Vieni via con me, il programma condotto con Roberto Saviano su Raitre. Il pubblico in studio ha accolto la notizia con un lungo applauso. «Non so che cosa si dirà domani di quello che è successo - ha commentato Giovanni Veronesi -, ma una cosa va detta: non ho mai sentito nessuno che si suicida a novantacinque anni. Era davvero speciale». Veronesi si è detto «scombussolato»: «L'avevo sentito poco tempo fa - ha spiegato - e pur sapendo che era all'ospedale, non lo sono mai andato a trovare. Peccato».

Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni

PADRE DELLA COMMEDIA ALL'ITALIANA - Viareggino, classe 1915, Monicelli esordì nel cinema giovanissimo con il corto, firmato insieme ad Alberto Mondadori, Cuore rivelatore. Padre della commedia all'italiana, con i colleghi come Dino Risi, Luigi Comencini e Steno, è stato regista di oltre 60 film e autore di più di 80 sceneggiature. Quella di Monicelli è stata una vita dedicata al cinema, al ritmo di quasi un film all'anno. Una produzione ininterrotta da I ragazzi della via Paal (1934) fino a Le rose del deserto (2006) e la sua ultima opera, il corto della sua carriera Vicino al Colosseo...c'è Monti, in programma fuori concorso alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia.

I SUCCESSI - Fra i suoi grandi successi, Guardie e ladri (due premi a Cannes nel '51), nel pieno del suo sodalizio con Totò, I soliti ignoti (nomination all'Oscar), La Grande guerra (1959) trionfatore a Venezia con il Leone d'oro, L'armata Brancaleone (1965). Sono gli anni dell'amicizia con Risi, degli scontri con Antonioni, del controverso rapporto con Comencini, del trionfo della commedia all'italiana e dei "colonnelli della risata". Inventa Monica Vitti attrice comica in La ragazza con la pistola (1968); nel 1975 raccoglie l'ultima volontà di Pietro Germi che gli affida la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 recupera la dimensione tragica con Un borghese piccolo piccolo. Seguono fra gli altri Speriamo che sia femmina (1985) e il feroce Parenti serpenti (1993) con cui dimostra di saper leggere le trasformazioni della società italiana con l'acume e la cattiveria di sempre. È del 2006 il tanto desiderato ritorno sul set di un film, rallentato da ritardi e difficoltà produttive, con Le rose del deserto, liberamente ispirato a Il deserto della Libia di Mario Tobino e a Guerra d'Albania di Giancarlo Fusco.

OPERA A NEW YORK - Proprio in questi giorni a New York è stato presentato in chiave retrospettiva un dei film del neorealismo di Mario Monicelli, Risate di Gioia, con Anna Magnani. Il film rientra nell'ambito della retrospettiva che il Linclon Center dedica alla figura di Suso Cecchi D'Amico, che lavorò con Monicelli alla sceneggiatura del film. «Risate di gioia» è stato presentato insieme a una serie di altri sei film del neorealismo italiano.



Il sito ufficiale


Intervista a Raiperunanotte















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