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Poche certezze nel polverone

3 settembre 2009
Su Avvenire si può leggere (finalmente) la difesa completa e chiara di Boffo dalle accuse di Feltri.
Il fatto che pochi ci abbiano capito niente in questo polverone, come anche di altre questioni diverse ma altrettanto confuse come la pericolosità effettiva dell'influenza suina (in realtà i maiali sono riusciti a dimostrare la propria innocenza), H1n1, A o come l'avranno rinominata mentre scrivo, non è un caso. Sembra ci sia qualcuno interessato ad alzare polveroni magari in attesa che il pensiero ideologico faccia il resto, segua la via più breve, la parte più simpatica.
Chi dice la verità tra Boffo e Feltri? chi può dirlo...
vogliamo fidarci del giudice di Terni e del Ministero dell'Interno? e se Maroni volesse fare pace con il Vaticano dopo le sparate alla Chiesa e la promessa di Bossi e Calderoli di andare a confessarsi presto dal Papa?

vogliamo fidarci di Feltri? nonostante la proprietà del suo Giornale, nonostante le strane coincidenze temporali del suo trasferimento da Libero, quasi chiamato apposta per esercitare da quella tribuna le sue virtù diffamatorie.
Anzi, sembra che Berlusconi abbia tenuto fede alla sua promessa agostana ("questo autunno risponderò duramente agli attacchi") e abbia architettato l'affondamento del direttore dell'Avvenire, grazie alla sua rete di informatori ben pagati, grazie forse alle sue strane prossimità ai Servizi segreti del Paese (Farina, come noto, attualmente ancora scriba del quotidiano Libero è ormai un ex giornalista perchè cacciato dall'Ordine dei giornalisti per i suoi servigi ai servizi segreti. Ma questo è un altro capitolo della malattia del nostro Paese) così come il premier ha definito "svizzero" (ha nazionalità elvetica perchè fuggito dalle leggi razziali di Mussolini) l'editore del gruppo Espresso De Benedetti ed evasore fiscale (falso) il direttore Mauro di Repubblica, così come ha querelato Repubblica, Unità e altri giornali stranieri.
Tutti questi personaggi sono uniti da un filo rosso: hanno osato denunciare i vizietti privati di Silvio (mentre si poteva godere delle sue virtù familiari e delle foto con i nipotini) che inevitabilmente hanno riflessi pubblici, perchè le sue veline o escort e i suoi lacchè diventano anche la nostra classe dirigente. Perchè potrebbero essere spie in grado di ricattarlo e di condizionarne l'azione politica. Perché si spaccia ancora per cattolico, frequenta il Family Day e si riempie la bocca di testamento biologico. Ma lo fa perchè sa di non dover sottostare nel segreto delle sue stanze dorate alla dottrina più ferrea e retriva della Chiesa.

Tutto questo non smonta la tesi degli accusatori di Boffo. Non ne dimostra la non colpevolezza. Per quanto ne sappiamo, poco, Boffo potrebbe restare un molestatore. Ma ci interessa molto meno delle avventure erotiche di Berlusconi, perchè Boffo è solo direttore di Avvenire e non può decidere minimamente le sorti del nostro Paese, Berlusconi ha un potere spropositato e ci sembra proprio che la sua testa non lo regga più, in questo clima da impero decadente in cui è l'Italia.

Le molestie di Boffo sono una stupidaggine, signor Feltri, perché non sono capaci nemmeno di infangare la persona (perchè a tutti è dato di sbagliare e di pagare una sanzione di 500 euro), figuriamoci di infangare il Paese. I vizi di Berlusconi sono invece oggetto di ludibrio anche nelle trasmissioni della Bbc, dove i comici se la sono spassata a lungo a sbeffeggiarlo. Semmai ci spaventa questo strano giornalismo ad orologeria e vagamente intimidatorio. Su di uno per colpirne altri 100.

Casomai il problema di Boffo sarebbe la sua omosessualità, tutta da dimostrare ma ritenuta nota anche da personaggi vicini al Pd (il blogger ed ex candidato alle primarie Adinolfi), che difficilmente si concilia con i dogmi della Cei e del Vaticano. Ma allora i problemi nascono dalla possibile incoerenza di Boffo con i dogmi del Vaticano di cui Boffo si è fatto ligio assertore.
E' questo il motivo per cui ha dato (o gli hanno chiesto) le dimissioni? non lo sapremo mai. Bisognerebbe forse trovarcisi in situazioni simili per capire. Tuttavia, ritengo ugualmente assurda la decisione di dimettersi quando si ha ragione. Io credo che lotterei fino alla fine per difendere le mie ragioni e far dimettere gli altri.
Allora il problema non sarebbe solo l'imperatore e il servilismo della sua stampa, ma anche la cecità della Chiesa, che continua a vedere la omosessualità come un peccato anziché una differenza in grado di arricchire l'umanità.
Di qui una certezza: alla fine sono in due a sbagliare. Perché che Boffo sia omosessuale o no non dovrebbe incidere sulla sua capacità di dirigere un giornale, anche religioso. E invece può incidere, forse ha inciso.
La mia soddisfazione è vedere i due contendenti, per ora, litigare tra loro anziché fare comunella contro quel che resta del centrosinistra, che ha tanti difetti ma non queste gravi tare. Litigano per ora, ma dopo chissà, una mano lava l'altra, faranno di nuovo pace.


SU AVVENIRE "LE DIECI FALSITA'" DEL GIORNALE - Il direttore di Avvenire, Dino Boffo, pubblica oggi in penultima pagina del giornale, con richiamo in prima, un elenco di "dieci falsità" attribuite al Giornale di Vittorio Feltri, che sette giorni fa ha rivelato una vicenda giudiziaria che lo aveva coinvolto anni addietro...

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