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Patti Smith ad Alberobello

4 luglio 2009


Il primo pensiero e la prima dedica sono andati a un genio, a un eterno ragazzo, Michael Jackson, di cui il 7 luglio il mondo seguirà i funerali. Poi al suo paese, gli Usa, che festeggiano oggi la propria indipendenza.
E il caso ha voluto che proprio in piazza Indipendenza di Alberobello, Patti Smith, la sacerdotessa "maudite" del rock, classe '46, icona degli anni 70, aprisse la nuova edizione di Primitivo, l'evento della Provincia di Bari dedicato ai nuovi suoni e ai grandi artisti internazionali. E lo apre, il festival, con un irripetibile concerto acustico (registrato per diventare un disco live che sarà distribuito in tutto il mondo dalla Columbia Records).
Sul palco la accompagnano la figlia Jesse Smith al pianoforte e il fedele Lenny Kaye, suo storico collaboratore, alla chitarra.
Il suo viso e la sua immagine non nascondono le rughe del tempo passato. Stavo ancora nascendo quando Patti Smith firmava il suo primo album, nel 1975, Horses, facendo conoscere al mondo la sua voce ruvida ma sensuale, poetica ma rock. E' stato il primo di tanti dischi divenuti pietre miliari del rock, che l'hanno resa una stella mondiale.
Dal 2006 è entrata a far parte della Rock and Roll Hall of Fame and Museum. Ma ha lasciato un segno anche nella poesia e nell'arte (le sue opere saranno esposte alla Robert Miller Gallery). Ha lavorato nei teatri underground di New York, ha fatto l’artista di strada.

Sul palco ripropone i suoi più grandi successi, tra cui Gloria, Redondo Beach, Land of a thousand dances e Because the Night, celeberrimo pezzo nato dalla collaborazione della sacerdotessa con Bruce Springsteen e contenuto nell’album Easter (1978), in Italia indissolubilmente legato alla passione nottambula del cinema, alla trasmissione tv Fuori orario.

Nel 1979 Patti dà l’addio alle scene, ma il suo esilio volontario dura solo un decennio. Nel 1988 torna con il disco Dream of Life, scritto con il marito Fred Smith (scomparso nei primi anni Novanta come il suo storico pianista Richard Sohl). E torna alla ribalta mondiale sulle note di People have the Power, una marcia trionfale della speranza nel cambiamento che è riuscita a scuotere anche il pubblico di Alberobello, ingessato fino ad allora tra le sedie della platea. La battaglia di qualche irreprensibile in difesa della propria visuale da spettacolo lirico si è improvvisamente vanificata. Le ultime file sono arrivate sotto il palco e anche i posti riservati hanno dovuto scegliere tra il perdere la comoda visuale e l'alzarsi. Lì è riaffiorata tutta l'energia della Rockstar, si è respirata la rabbia degli anni 70. Ho visto saltare e invocare il potere i giovani dentro e molti che lo erano anche fuori, teenager, che si immaginano più facilmente rapiti dai miti della Grande sorella tv.

E si avvera così la profezia della sacerdotessa, che aveva confidato alle migliaia di spettatori accorsi al suo concerto di aver fatto in precedenza un giro tra i trulli e di esserne rimasta affascinata, ma di essere stata conquistata soprattutto dalla bellezza dei "childrens" di ogni età della città. E questo, ha detto, è di buon auspicio. Perchè la nostra speranza sono le nuove generazioni. Il suo ottimismo mi ha disarmato.

E come a coronamento del suo concerto, si è allontanata dal palco facendosi largo tra i gruppi di fan che defluivano (colti tanto di sorpresa da restare basiti) con un bambino in braccio, stretto con cura materna.






Un momento del concerto da You Tube



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Commenti

Fabio Erasmo ha detto…
C'ero anch'io ad Alberobello, c'è poco altro da aggiungere. Una carica umana coinvolgente che ricorderò a lungo.

Ciao
Dapis ha detto…
Ciao e grazie per il commento
Davvero interessante questo primitivo, non l'avevo mai sentito nominare e il tuo articolo mi ha incuriosita al punto da fare un po' di ricerche. L'ho inserito come attrazione su trivago.it, e mi sono permessa di linkare il tuo bell'articolo con una sintesi della tua esperienza.
Perchè non vieni su trivago e aggiungi una tua foto dell'evento?

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