III Festival di Roma
Vincono il thriller politico di Battiato e il dramma bellico di Barmak
Resolution 819 vince la terza edizione di Roma
Resolution 819 vince la terza edizione di Roma
Ha un finale drammatico ma rasserenante questo Festival di Roma. Una contraddizione solo apparente, che riesce a mettere un segno positivo ad una terza edizione nata sotto il segno della polemica fin dalle sue prime battute. Resolution 819 di Giacomo Battiato è riuscito nell'ardua impresa di mettere tutti d'accordo: è un film impegnato, dal nucleo umanitario ed attuale, dal respiro internazionale, ma è soprattutto un film di produzione italiana. Raccontare il massacro dei civili bosniaci di Srebrenica del 1995 attraverso la forma narrativa del thriller politico è stata con molta probabilità lo scarto qualitativo che ha convinto compattamente il pubblico del festival, chiamato in massa a dare un giudizio ai vari film presenti in concorso grazie ad un sistema di lettura ottica posto all'uscita di tutte le sale. È stato il neo-sindaco di Roma Gianni Alemanno a dare il premio più importante di questo festival popolare, pensato e strutturato per il più ampio pubblico di amanti del cinema. E che tuttavia non ha dimenticato l'importanza dei critici, una rappresentanza dei quali è stata chiamata ad attribuire premi collaterali. Questa "giuria di qualità", composta dai critici Edoardo Bruno, Michel Ciment, Emanuel Levy, Roman Gutek e presieduta da Tahar Ben Jelloun ha alla fine premiato Opium War, opera drammatica e toccante di Siddiq Barmak (allievo del più famoso Mohsen Makhmalbaf).
Opium War si è imposto sulla giuria dei critici per il modo crudele, realistico e sottilmente ironico con cui è riuscita a raccontare la guerra in Afghanistan.
Il regista si è inoltre detto onorato di essere premiato nella città di Fellini e Rossellini, che hanno contribuito in modo determinante a formare il suo amore per il cinema.
Opium War si è imposto sulla giuria dei critici per il modo crudele, realistico e sottilmente ironico con cui è riuscita a raccontare la guerra in Afghanistan.
Il regista si è inoltre detto onorato di essere premiato nella città di Fellini e Rossellini, che hanno contribuito in modo determinante a formare il suo amore per il cinema.
I migliori attori del Festival, sempre secondo l'insindacabile giudizio dei critici, sono stati invece considerati Bohdan Stupka, per il suo ruolo brillante in A Warm Heart (Col cuore in mano) di Krzysztof Zanussi, e Donatella Finocchiaro, dark lady dalla doppia anima nel racconto sui rapporti fra Sacra Corona Unita e territorio pugliese Galantuomini, di Edoardo Winspeare. Menzioni speciali ai due film sorpresa della kermesse: A corte do Norte di Joao Botelho e Aide-toi, le ciel t'aidera di François Dupeyron, che nella mattinata aveva ricevuto anche il premio Farfalla d'Oro di AgiScuola.
venerdì 31 ottobre 2008 - Edoardo Becattini
venerdì 31 ottobre 2008 - Edoardo Becattini
Diario romano
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