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Discariche volanti e tumori che piovono dal cielo

Stefano Montanari, nanopatologo di fama internazionale, collaboratore scientifico per le nanopatologie di diverse università, tra cui quella di Cambridge e Mainz, autore con la scienziata Antonietta Gatti di numerose ricerche, i cui risultati sono riconosciuti a livello mondiale e finanziati dalla Ue (si veda il progetto Dipna), direttore scientifico dell'istituto Nanodiagnostics di Modena.



Montanari di recente è tornato in Puglia (a Bari, Canosa, Conversano e Foggia e Matera) per una serie di incontri con Istituzioni e cittadini. Per presentare il suo ultimo libro “Il girone delle polveri sottili: Viaggio nel mondo delle Nanoparticelle tra inquinamento, patologie e interessi finanziari”. Ma soprattutto per riprendere il discorso lì dove lo aveva lasciato a fine campagna elettorale (è stato candidato premier alle ultime politiche con la lista Per il bene comune, mischiato con altre liste insignificanti come i Grilli parlanti no euro - viscidi camaleonti che nulla avevano a che vedere con Beppe Grillo -), dimostrando come il suo obiettivo, allora, non era la “poltrona” (peraltro, non concessagli dagli elettori), bensì invitare gli interlocutori a porsi domande non veicolate nei soliti canali di informazione: Qual è l’origine delle micropolveri? Come agiscono quando sono assorbite dal nostro corpo? Quali patologie apparentemente estranee a questo fenomeno possono trovare una spiegazione? Quali lobby hanno interesse allo status quo?
Montanari torna in Puglia perché, anche e soprattutto qui, la costruzione di nuovi inceneritori procede senza sosta, sulla scia dell’alibi di scongiurare una “seconda Campania”.
Ma l’incenerimento dei rifiuti, spiega Montanari nei suoi incontri, ne raddoppia il volume (principio di Lavoisier), sprigionando per di più polveri sottili ed esalazioni tossiche; e restituisce solo un terzo dell’energia utilizzata per produrli. Per questo la denominazione “termovalorizzatori” è stata condannata dalla Commissione Europea, che ha diffidato l’Italia dal perseverare nell’uso del neologismo truffaldino, fuorviante per l’opinione pubblica.
“Non si dice – precisa Montanari -, che gli inceneritori (come anche centrali termoelettriche, cementifici, distillerie, fonderie, traffico cittadino e aereo, ecc) producono nanopolveri tossiche (inorganiche, insolubili né in acqua, né nei grassi, praticamente eterne) che, inalate e ingerite dal corpo umano, causano sarcomi, linfomi, leucemie, mielomi ed altri tipi di cancro. Non esistono impianti sicuri: anche quelli più moderni non trattengono le particelle più insidiose per la salute, dal pm 2,5 al pm 0,01.
Le affermazioni sulla presunta innocuità di questi impianti dell’oncologo Veronesi, oggi senatore del Pd (titolare di una fondazione finanziata, fra gli altri, dalla Veolia Environment, il più grande costruttore di inceneritori al Mondo), sono state ampiamente sbugiardate dalla comunità scientifica internazionale, che le ha definite ‘prive di fondamento scientifico’ e dall’Ordine dei Medici francesi, che ha chiesto una moratoria sull’incenerimento dei rifiuti”.

La centrale turbogas di Modugno (Bari)


Intervista a Montanari

Conosce bene la situazione di Modugno?
Ci sono stato due volte per la centrale a turbogas. Non c’è nessun bisogno di una centrale simile né di un inceneritore. La Puglia produce molta più energia di quanta non ne consumi (+88%, ndr).
Modugno e Bari sono colonizzate. Questa energia sarà venduta fuori dalla regione. Chi la comprerà lo farà sulla pelle dei modugnesi che si sorbiranno un inquinamento terribile. Oltretutto, la localizzazione delle centrali è demenziale, a due passi da un ospedale (a soli 2,3 km dal S. Paolo, ndr). Chi ha pensato una cosa del genere meriterebbe l’esilio.
L’inceneritore è l’unico trattamento dei rifiuti privo di razionalità scientifica. Chi pensa a un inceneritore o è ignorante o corrotto. Per trattare i rifiuti ci sono mille modi con un fondamento scientifico più o meno forte. I rifiuti possono diventare risorsa economica e opportunità di lavoro. In Italia, purtroppo, per corruzione, si preferisce incenerirli.
L’alibi è: quando la differenziata è troppo bassa ci vuole una soluzione urgente e tampone.
Meglio degli inceneritori sono sicuramente le discariche. Ma in Italia non si sanno fare. Si mette in discarica materiale che marcisce. Questo è il solo motivo per cui sono così aggressive, emettono cattivi odori, gas e percolati (liquido prodotto soprattutto dalla decomposizione dei rifiuti, contenente forti inquinanti organici e inorganici, non esclusi i metalli pesanti). Le discariche vanno fatte a regola d’arte, come accade in molti altri Paesi nel mondo.
Altra soluzione è il trattamento meccanico a freddo dei rifiuti.
È sicuramente accettabile. Purchè si riduca la quantità di rifiuti. Ne produciamo troppi. Siamo l’unico Paese che si autodefinisca civile a produrne sempre di più. In tutti gli altri sono in forte calo. Ci dovremmo impegnare per invertire la tendenza. Basta con buste di plastica e imballaggi. Si torni a fare la spesa con la sporta di una volta. Si privilegino le merci sfuse rispetto a quelle confezionate. Il latte, ad esempio, nei Paesi più civili, come l’Olanda, non lo si vende quasi più in confezione ma alla spina. Così anche in certi punti vendita dell’Emilia Romagna.
Tetrapak e bottiglie di plastica sono di difficile smaltimento. Sarebbe più semplice evitare di produrli. Dobbiamo smettere di bere acqua minerale. Meglio quella del rubinetto, in tanti casi migliore. Produciamo miliardi di bottiglie di plastica che finiscono negli inceneritori, ma potremmo farne a meno.
Poi bisogna fare cultura. La gente deve capire che la differenziata è l’unica possibilità. Va incrementata come a San Francisco (Usa), dove si fa un lavoro meticoloso e scientifico. I politici devono pensare alla differenziata non come ad un fine ma come a un mezzo. In sé non ha valore se poi non c’è un seguito. I rifiuti vanno trattati in modo corretto e dopo venduti.
Quali sono i modelli da seguire?
Non ci sono Stati modello ma città esemplari, un po’ in tutto il mondo. Ad esempio San Francisco o Zurigo (dove riutilizzano l’immondizia, fanno compostaggio in città senza produrre odori, percolati o altro). Si trovano casi virtuosi anche in Italia, in provincia di Treviso, Parma e Lucca.
Gli sviluppi più recenti delle sue ricerche?
Avanziamo ogni giorno velocemente. Oggi siamo a capo di 10 centri di ricerca di 6 Paesi europei per il progetto europeo Dipna. Abbiamo fatto un’ulteriore scoperta: le polveri sottili sono in grado di entrare nel nucleo delle cellule. La Ue ci ha incaricato di studiare il fenomeno. Purtroppo, Stato, Enti pubblici e Università ci ostacolano in tutti i modi perché non vogliono che procediamo. Mettiamo in difficoltà politici, affaristi e malavita. La mafia, lo dice il Ministero dell’Interno, ha ufficialmente un milione e 800 mila dipendenti.
Sono fonti di nanopolveri anche aerei, automobili e tanto altro nostro quotidiano. Dovremmo smettere di volare o viaggiare? Sembra quasi impossibile tornare indietro ed evitare di produrre nanoparticelle.
Dobbiamo semplicemente fare avanzare le tecnologie, in modo che gli aerei consumino sempre meno carburante, cosa possibile. Per le automobili si deve migliorare la viabilità e i mezzi pubblici. Sono stato in Giappone. Lì non avrei mai pensato di usare l’automobile. Ci sono treni frequenti, puliti, in perfetto orario. In Puglia sono stato costretto a spostarmi in auto, perché i mezzi pubblici sono inefficienti. Per spostarmi in treno ci avrei messo il doppio del tempo. Ho dovuto usare l’automobile e inquinare.

Giuseppe Daponte, il Levante (maggio 2008)


Il falso mito degli inceneritori tedeschi
BERLINO, 21 MAG 2008 - I rifiuti campani già smaltiti in Sassonia non sono stati bruciati nei termovalorizzatori tedeschi, ma sono stati riciclati per ricavarne materie prime secondarie e composti organici che verranno venduti all´industria. Il percorso ell´immondizia italiana in Germania lo ha spiegato all´ANSA una portavoce del Ministero dell´Ambiente della Sassonia, sottolineando che niente è finito in discarica.«Questi rifiuti non sono stati bruciati» negli inceneritori, ha detto la portavoce. Anzitutto, ha spiegato sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno poi materie prime secondarie (plastica, metallo, etc.). Il resto, «una parte minore - ha proseguito - è stato trattato in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie», le quali bruciano questo materiale trasformandolo così in energia. Ma il grosso dei rifiuti campani diventa materia prima secondaria. E l´Italia, oltre a fornire l´immondizia, svolge anche un ruolo importante nella fase successiva del percorso di quest´ultima. Il Paese, infatti, è al terzo posto, con 2,01 milioni di tonnellate, della graduatoria degli acquirenti di materie prime secondarie. (ANSA) CB21-MAG-08 17:09 NNN

"Inceneritore più grande d'Europa": le avventure dei bresciani alle prese con un impianto di incenerimento dei rifiuti "all'avanguardia" (così lo ha definito un giornalista ben informato, curatore di una rassegna stampa Rai).

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