Translate

Non è un paese per vecchi

(No Country for Old Men)Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald, Garret Dillahunt, Tess Harper, Stephen Root. Genere Thriller, colore 122 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione Universal Pictures - [Uscita nelle sale venerdì 22 febbraio 2008]

Per prima cosa si rassicurino i lettori del bel romanzo di Cormac McCarthy: il film è fedele alla pagina quanto basta a sventare ogni timore di lesa maestà del testo da cui deriva. Poi stiano tranquilli i cultori del cinema dei fratelli Coen, perché Non è un paese per vecchi si offre come un'opera «coeniana» da cima a fondo, con tutto l'universo dei cineasti, il loro repertorio di miti e ossessioni, più una quantità di (auto) citazioni, da Barton Fink, Fargo e altro. Inclusa la difficoltà di sistemare il nuovo titolo all'interno di un genere. Se catalogare un film in un genere preciso diventa ogni giorno più difficile, mettere un'etichetta a una pellicola dei Coen è un'impresa disperata. Per semplificare, vien voglia di rubricarlo nel pursuit-movie, il «film d'inseguimento». In Texas, presso la frontiera messicana, un reduce di nome Moss s'imbatte nei resti umani di un regolamento di conti tra narcotrafficanti e in una valigia piena di soldi: gli danno la caccia, con fini diversi, il vecchio sceriffo Bell e Chigurth, un killer della mafia dalla pettinatura assurda che si prende per l'Angelo della Morte ma somiglia di più a Terminator. O si tratta, invece, di un western? Ma sicuro: é un western crepuscolare, con l'Ovest selvaggio e l'uomo della legge giunto alla fine della pista. Però potrebbe essere anche un noir, genere di cui Joel e Ethan hanno esplorato già tante sfumature. O ancora: una commedia nera, un thriller burlesco, o magari una parodia di tutti i generi insieme. Basta. Non se ne esce, se non ammettendo che è tutto questo, e anche qualcosa di più. Perché nell'universo che rappresenta - crudele e bizzarro, famigliare e alieno insieme, allucinato e umoristico, c'è qualcosa di nuovo: una dose inaspettata di umanità. Si direbbe che, dopo due prove decisamente minori (Prima ti sposo poi ti rovino e Ladykillers), la coppia sia cresciuta, maturata nel senso migliore del termine: acquistando in spessore e complessità pur senza perdere il gusto del bizzarro e dell'imprevedibile. Film a tre personaggi centrali, come si diceva, Non è un paese per vecchi ricalca alcuni temi forti della mitologia cinematografica: il conflitto generazionale, ad esempio, tra chi crede ancora in un codice d'onore (il vecchio) e i giovani assassini disumanizzati e brutali. Se i «caratteri» rappresentano tipologie riconoscibili, però, i Coen non fanno mai. ricorso a stereotipi semplificatori. Pur nel mondo senza pietà che il film rappresenta, si avverte come uno sguardo di compassione posato sui personaggi, la loro inconsolabile solitudine, gli sforzi quasi patetici per darsi una ragione di esistenza. Lo sguardo riflessivo è unito a una regia incomparabile, geniale, stilizzata, così pieno di idee che sarebbero sufficienti per cinque o sei altre pellicole. È difficile inquadrare con stile, compassione e ironia il mondo, nel momento stesso in cui lo rappresenti come un posto totalmente impazzito. Le rare volte in cui ciò avviene, il capolavoro non è lontano. E, una volta tanto, anche otto nomination agli Oscar non appaiono esagerate.
Da la Repubblica, 22 febbraio 2008

Commenti

Post più popolari

il Tacco di Bacco - i prossimi eventi in Puglia

Contattaci

Nome

Email *

Messaggio *