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LA FESTA DI SAN NICOLA DI BARI

MAGGIO 2008

Saranno 30mila i pellegrini in arrivo a Bari dal 7 al 10 per festeggiare il 921° anniversario della Traslazione delle ossa di San Nicola. Centocinquanta i pullman in arrivo in città per questa quattro giorni dedicata al Vescovo di Myra.
I festeggiamenti quest’anno durano un giorno in più, fino al dieci, quando a salutare la statua saranno i fuochi pirotecnici della ditta salernitana Romano. Da tre anni non ci sono più le gare, ma una sorpresa speciale saranno i fuochi che ha realizzato la ditta modugnese Bruscella.
Oggi ci sono le esibizioni pirotecniche, alle 10 e alle 22,30.
Ieri è stata la giornata del corteo storico (costato 130.000 euro all’amministrazione barese, aggiudicato alla Compagnia delle Vigne di Putignano): una sfilata di trecento figuranti (nessuna predilezione per biondi o bruni: all’epoca, infatti, a Bari c'erano arabi e tedeschi) dal Castello Svevo è arrivata fino a piazza Diaz, dove è sbarcato il quadro di San Nicola.
I marinai degli 8 pescherecci che hanno "traslato" San Nicola (sorteggiati durante la messa celebrata dal rettore della Basilica padre Damiano Bova lo scorso 28 aprile) parteciperanno oggi alla funzione religiosa, rito centrale dei festeggiamenti.
Domani, la vera e propria festa dei baresi, celebrerà il prelievo della "Manna" (liquido che trasuderebbe dalle ossa del santo) alla Basilica di San Nicola, alle 18.30, durante una funzione officiata da Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto.
Durante le quattro giornate, in piazza Mercantile e per le vie della città, si udiranno le voci e le storie delle compagnie popolari.
Nella manifestazione sono coinvolti con mostre sul santo patrono anche il Fortino e il Portico dei Pellegrini, che allestiscono esposizioni italo-russe per tutto il mese.
Atteso per il 24 maggio il concerto della famosa banda musicale della Guardia di Finanza, composta da 108 elementi. In collaborazione con la Fondazione Petruzzelli il 20 e il 28 maggio e l’11 giugno si terranno concerti alla Basilica .


La storia

Quando Myra (antico nome di Demre, nella Licia in Asia minore, l'attuale Turchia) cadde in mano musulmana, Bari e Venezia - al tempo dirette rivali nell'Adriatico - entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle spoglie. Il 9 maggio 1087 una spedizione barese di tre navi, di proprietà degli armatori Dottula con 62 marinai di cui 2 sacerdoti, Lupo e Grimoldo, partì dalla città di Bari (che era passata sotto il dominio normanno). Sbarcò ad Andriaco e si diressero a Myra dove si impadronì delle spoglie di Nicola. Una volta tornati in città, là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono fu posta la prima pietra della Basilica.

Nel 1089 le spoglie vennero definitivamente poste nella cripta della Basilica, alla presenza di Papa Urbano II che dichiarò festivi il 6 dicembre e il 9 maggio. Nacque in seguito la leggenda che Nicola stesso quando era in vita, passando per Bari, avrebbe dichiarato "In questa città riposeranno le mie spoglie". Ancora oggi, i buoi sono ricordati fra le decorazioni della Basilica di San Nicola, nelle statue che li rappresentano ai lati del portale maggiore, mentre ai 62 marinai è dedicata una strada nella città vecchia.


Quanto ai veneziani, non si rassegnarono all'incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Tuttavia, qualcuno ricordò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu qui che i veneziani si misero a scavare rivenendo dei minuti frammenti ossei, che i baresi non avevano fatto in tempo a prelevare. Furono queste a essere prelevate e traslate nell'abbazia di San Niccolò del Lido. San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello Sposalizio del Mare.

Per secoli Bari e Venezia hanno rivendicato il possesso delle spoglie del santo e di conseguenza sorse il dubbio su chi custodisse le vere reliquie. Il mistero sarebbe stato risolto solo di recente: le ricognizioni effettuate sulle reliquie a Bari nel 1956 e a Venezia nel 1992, avrebbero infatti appurato - equitativamente o alla "manuale Cencelli" se preferite - che i resti appartengono alla stessa persona. Anche in base a quanto riportato dai documenti storici si è dedotto che i baresi, nella fretta di trafugare i resti, frantumarono lo scheletro limitandosi a portare via i frammenti di maggior dimensione. I veneziani pertanto reperirono e trafugarono i frammenti più minuti che erano stati abbandonati dai baresi. Insomma, ai veneziani, per questa volta, sono rimaste le briciole.
(qui un link per il il testo e per la musica della nenia barese Sanda Necole, da non perdere)

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