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IL VINO PUGLIESE

In molti dialetti pugliesi, ancora oggi, vino si traduce "mjer" (o varianti affini), dal latino "merum", vino puro, genuino. Il terreno eterogeneo della regione, calcareo e argilloso, le sabbie tufacee e i ciottoli di natura carsica, insieme al clima mite, poco piovoso, con estati calde e asciutte, hanno assicurato da sempre (le prime testimonianze risalgono al IV secolo a.C.) condizioni eccellenti per la coltivazione di diversi vitigni di qualità, tra i quali riscontrano sempre più interesse e successo quelli autoctoni. Tra questi, l’Aglianico, L'Uva di Troia, il Bombino bianco, la Verdeca, il Fiano, il Negroamaro, il Primitivo e l’Uva di Troia.

I vini pugliesi conoscono da tempo un crescente successo in Italia e nel mondo. Hanno dimostrato la loro duttilità trasformandosi in preziosi e delicati vini da pasto. Il risultato è oggi tangibile nei numerosi riconoscimenti e premi vinti nelle più prestigiose competizioni internazionali, per una produzione di qualità che conta 25 vini Doc (sistema di certificazione nazionale della qualità di prodotti agroalimentari, utilizzato, in seguito all'entrata in vigore dei marchi comunitari DOP, IGP e STG, esclusivamente per contraddistinguere i vini di qualità - il marchio DOCG indica il pregio qualitativo di alcuni DOC di notorietà nazionale ed internazionale, per cui si richiedono precisi requisiti, tra i quali l'imbottigliamento nella zona di produzione e in recipienti di capacità inferiore a cinque litri).

L’Aleatico di Puglia è prodotto da tempi antichi in tutta la regione. È un vino Doc dolce e naturale dal colore rosso granato con sfumature violacee, che, invecchiando, acquista un profumo delicato. Nell’area più settentrionale, la Daunia, hanno origine in prevalenza i vini rossi, color rubino, dal sapore intenso ed armonico. Ricordiamo anche i Doc di San Severo, Orta Nova, Rosso di Cerignola e Cacc’è Mmitte di Lucera.

Nella zona centrale si producono due vini corposi e asciutti, il Rosso Barletta e il Rosso Canosa, e le Doc Castel del Monte e Gioia del Colle, che comprendono diversi tipi di bianco, rosso e rosato. Intorno a Castel del Monte, residenza di caccia di Federico II, il territorio collinare, caratterizzato da terreno di natura prevalentemente rocciosa, costituisce l'habitat ideale per i vitigni Bombino bianco e nero, Uva di Troia e Pampanuto. Da menzionare anche il Gravina Doc e il Moscato di Trani Doc.

La presenza dei due mari, l’Adriatico e lo Jonio, creano nel Salento le condizioni ideali per la produzione di numerose tipologie. Nella parte settentrionale prevalgono i bianchi, raggruppati nelle Doc Locorotondo, Martina Franca e Ostuni, dotati di profumo delicato e sapore asciutto. Dal vitigno autoctono del Salento, il Negroamaro, derivano le Doc Galatina, Leverano e Salice Salentino (vini rossi, rosati e bianchi). La Malvasia è utilizzata per i numerosi vini bianchi della Doc Leverano, morbidi e armonici. Particolarmente vari sono anche i vini raccolti nella Doc Lizzano. Altri Doc sono di Alezio, Brindisi, Squinzano, Copertino, Matino e Nardò.

In provincia di Taranto nasce una delle Doc simbolo della regione, il rosso Primitivo (così chiamato perché giunge a maturazione fra la fine di agosto e i primi di settembre) di Manduria, con sfumature violacee e sapore vellutato. Dallo stesso, adeguatamente invecchiato, si ottengono anche il Liquoroso secco e il Liquoroso dolce naturale. Il Martina Franca DOC è un vino per lo più da aperitivo, ottenuto, in massima parte, da uve Verdesca e Bianco d’Alessano.

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