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TORRE DI CASTIGLIONE, LA STORIA


A poca distanza dalla Casina di Castiglione, ci sono dei piccoli tesori: monumenti vegetali, architetture rurali e soprattutto aree archeologiche. È di particolare rilievo la Torre di Castiglione (risalente al sec. XV), recentemente sottoposta a interventi di tutela, recupero e valorizzazione (attraverso pulizia e ripristino dei luoghi, tabellazione, recinzione e realizzazione di interventi per il superamento delle barriere biologiche per la piccola fauna).
La torre, costruita con pietre calcaree su un’altura di circa 260 metri, ha base quadrangolare con lati rispettivamente di 7 e 8 metri, finestre quadrangolari in pietra sui quattro lati (nascondono all'interno vani ricavati dallo spessore della muratura perimetrale) e una sommità coronata da beccatelli.
Non ha un ingresso dal piano terra (dove ha inglobato la porta urbica). Il vano dell'accesso consentito da un ponte levatoio si trova invece sul lato nord, al primo piano, corredato da ponticella pedonale. Aveva funzione di osservazione e difesa. Fu innalzata, secondo gli storici locali, in un varco aperto nella ancora più antica cinta muraria di Castiglione, insediamento di cui si hanno testimonianze sin dal X secolo.
Ma è soprattutto in età normanna, sveva e angioina che i riferimenti delle fonti scritte si fanno più numerosi. Gli scavi, gli ultimi nel 1981, hanno riportato alla luce materiale di grande interesse per ricostruire la storia dell’insediamento. Le tribù di agricoltori e allevatori provenienti da abitati vicini furono certamente attratte dalla fertilità del terreno e dalla presenza dei laghetti formatisi nelle cavità carsiche.
In due secoli la contrada si sviluppò tanto da esigere il rinnovamento delle mura che cingevano la torre difensiva e l’annesso villaggio. All’interno delle mura sorgevano abitazioni, botteghe, strade e una chiesetta, detta dell’Annunziata, di cui si possono scorgere le fondamenta, composta da un’abside semicircolare e da una stanza più piccola. Castiglione fu abitato fino al XV secolo.
Il suo castello, la cui costruzione ha preceduto quella della torre, è stato distrutto dai Veneziani tra il XV e il XVI secolo. Potrebbe essere stata la guerra, dunque, il motivo dell’abbandono dell’insediamento (ma non ci sono ancora fonti certe e non si possono escludere altre ipotesi, come quella di un’epidemia). Si ritiene che gli abitanti si siano trasferiti a Conversano portando con sé il crocifisso, oggi custodito nella chiesa di S. Francesco.
La zona, tuttavia, era abitata anche prima del X secolo. Dell'esistenza di un antico villaggio peucetico (VI-III sec. a.C.) si é cominciato a parlare dopo gli scavi condotti nel 1958. Portarono alla luce resti di dimore quadrate, alzate con muretti a secco, all'interno di una cinta muraria di grossi blocchi di pietra calcarea megalitica che si sviluppa lungo un perimetro di circa 450 m.
Nelle vicinanze, è stata trovata un'interessante necropoli con testimonianze di costruzioni tardo-medievali ma anche del piú antico abitato indigeno. Sono stati rinvenuti corredi funerari e ceramiche databili tra V e il III secolo a.C., tuttora conservati nel Museo Civico di Conversano.

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